Ci hanno fatto una testa così, tra telegiornali e stampa locale.
Ce le hanno portate alle ultime elezioni, contribuendo a far vincere la Zaccariotto (tuttora Sindaco di San Donà) in Provincia.
Ci avevano dimostrato che erano l'unica soluzione alla delinquenza comune nel Nord.
Insomma, la panacea a tutti i mali.
Eppure, le tanto sbandierate ronde non sono decollate.
Almeno in Provincia di Venezia.
Al 13 di gennaio la Prefettura non aveva ancora ricevuto una singola richiesta (guarda l'articolo).
Qualche sindaco (Teso di Eraclea, Forcolin di Musile) le aveva invocate per risolvere la microcriminalità.
Deve essere rimasto con un palmo di naso.
Addirittura, laddove le ronde c'erano già, come a Jesolo, ora non ci sono più. Come mai?
E' presto detto: il decreto Maroni prevede, giustamente, che le «associazioni di osservatori volontari per la tutela della sicurezza urbana» siano apartitiche. Insomma, le "camicie verdi", gli spavaldi rondisti padani, dovevano lasciare il passo a cittadini comuni, che, volontari, si impegnassero a controllare il territorio.
Che cosa non ha funzionato? Evidentemente, i cittadini non hanno sentito il bisogno di organizzare ronde o, meglio ancora, hanno capito che la sicurezza non può essere un hobby domenicale, ma va lasciata in mano alle forze dell'ordine.
Visto che le cose stanno così, non posso che complimentarmi con la società civile della nostra Provincia, che ha visto più in là di certi politici.
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