lunedì 15 aprile 2013

Sostegno alle librerie, ciò che manca alla nostra proposta

Dalla notizia della chiusura della Libreria Goldoni si è risvegliato a Venezia uno spirito combattivo in difesa delle librerie, luoghi di cultura diffusa fondamentali in qualsiasi tessuto urbano, tanto più se in una realtà storicamente legata al mondo dell'editoria e della stampa. Sono felice dell'entusiasmo di molti scrittori e cittadini che giustamente protestano per chiedere una soluzione. Sono altrettanto felice che il Partito Democratico abbia raccolto lo spirito di queste proteste, proponendo (sto ai quotidiani di oggi) un credito d'imposta per chi affitta a librerie. Bene, ma nell'avanzare qualsiasi proposta dobbiamo essere coscienti dello scoramento degli interessati in prima persona, frustrati dall'aver visto negli anni partorire idee ma mai giungere a qualcosa di concreto. Per questo credo sia nostro dovere fare le cose e farle bene, perché non possiamo permetterci di sbagliare. Quindi, nello spirito più propositivo che mi riesca, ecco alcune considerazioni nel merito:
  1. Temo che i risultati del solo credito d'imposta possano essere vanificati in assenza di un contemporaneo controllo degli affitti
  2. Trovo riduttivo non estendere la questione "caro affitti" a quei negozi di vicinato (fruttivendoli, macellai, mercerie, botteghe artigiane, ... ) che a loro volta costituiscono l'ossatura di una Città viva e vivibile. Resta l'annoso problema di definire nello specifico questa tipologia di attività, ma finora nessuno si è messo seriamente a farlo
  3. Non troverei equo che il credito sia uguale per chi ha finora cercato di calmierare gli affitti e chi li ha spinti agli attuali valori di mercato
  4. Per evitare che chi ci ha più guadagnato finora possa guadagnarci ancor di più (nell'ipotesi di una quota percentuale sull'affitto), mi parrebbe più giusta l'applicazione del credito d'imposta come valore sulla superficie affittata più che sugli importi pagati
  5. Tornando nello specifico alle librerie, bisogna riprendere (nel rispetto delle norme d'igiene ed evitando che questa diventi l'attività di commercio principale) la proposta che le librerie possano offrire un minimo di snack e bevande (tè, caffè, biscotti, ... ), come avviene in tutto il mondo 
  6. Condivido che si punti ad inserire questa novità nella nuova Legge Speciale per Venezia, con l'impegno però a fare presto

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