martedì 20 marzo 2012

Giovani a Venezia, è finita la politica dello struzzo

La politica veneziana troppo a lungo ha nascosto la testa sotto la sabbia, fingendo di non vedere la realtà, sulle realtà giovanili e le loro difficoltà nella nostra città. Ma grazie al Gazzettino e allo spazio che ha voluto offrire loro, alcuni ragazzi hanno potuto aprire un utile dibattito sulle prospettive future della vita cittadina. Forse è tardi e più che un dibattito ora ci vorrebbero le soluzioni, ma tant'è, non mi sembra il momento di recriminare.
C'è però un punto di partenza da cui non si può prescindere: bisogna ammettere che c'è una questione giovani, a Venezia ancor più forte e sentita che altrove. Perché qui gli spazi mancano, le risposte latitano, il futuro non si intravede, la silenziosa fuga è ormai un fiume in piena, ben oltre il fisiologico scambio di flussi di residenti in entrata e in uscita, la cui somma finale deve al più presto tornare ad essere di segno positivo.


Le problematiche legate a una città che vuole essere aperta ai giovani sono varie, dalla casa al lavoro, dalla scuola alla libertà di divertirsi, dallo sport al sociale. Una città che vuole essere europea e internazionale, ma che perde i propri figli, senza riuscire a far restare i molti studenti universitari che la vivono, è una città che ha tremendamente fallito. Le colpe sono pesanti e sono di tutti, ma ora guardiamo oltre e rimbocchiamoci le maniche.
Innanzitutto, i giovani devono informarsi, partecipare e far pesare le loro richieste. Poi, la politica cominci ad ascoltare, cosa essenziale per eventualmente dare risposte, non più rinviabili. Infine, si apra un dialogo tra generazioni, perché lavorare su questo non significa darsi da fare unicamente per i giovani, ma mettere le basi per ricostruire e rivitalizzare un territorio che sta scivolando sempre più verso una realtà di plastica, vuota. E tutti noi vogliamo troppo bene a Venezia per accettare un crepuscolo lento e inesorabile. Il senso di oppressione che i ragazzi percepiscono è schiacciante, si deve reagire subito.
Eppure non disperiamo, proprio perché se, finalmente, c'è stata una presa di coscienza da parte di alcuni giovanissimi, le tendenze si possono invertire, la città recuperare, le cose cambiare. Quantomeno, non si potrà più voltare la testa da un'altra parte e fingere di non sentire: insomma, la politica dello struzzo non è più tollerabile, speriamo sia alla frutta.

Marco Caberlotto,
ventenne veneziano,
Presidente Commissione Cultura, Sport, Giovani della Municipalità di Venezia-Murano-Burano


(Il Gazzettino, 20 marzo 2012)

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