Con la netta contrarietà dell'opposizione (si son levati diversi cartelli dai banchi dell'IdV), ha superato il primo ostacolo questo pezzo della "riforma della giustizia" invocata e promessa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Con questo provvedimento, che ora dovrà essere votato dalla Camera dei Deputati, si fissano tempi certi per i processi, ad esclusione dei reati di mafia e terrorismo.
Questo può anche essere positivo, ma non tiene conto che la lentezza estenuante della giustizia in Italia è essenzialmente dovuto a due motivi: la mancanza di fondi e personale qualificato nei Tribunali e la non informatizzazione delle procedure. Se non si risolvono questi due problemi, i processi resteranno comunque lentissimi.
Ma se un processo ci mette dieci anni ad essere portato a termine, e per legge tu lo blocchi dopo sei (esempio), il processo decade, anche se non è stato completato. Non è che fissando una data, questo implichi la risoluzione del caso in tempi precisi, o in meno tempo. Semplicemente, così come è stata pensata questa norma, cioè senza andare a sbrogliare i problemi veri della giustizia, si faranno decadere migliaia di processi, permettendo che i criminali non arrivino mai a subire una sentenza.
Ora, temo che lo si sia fatto per cercare di salvare Berlusconi dai suoi processi pendenti. Ma non è accettabile che per salvare il Presidente del Consiglio, si lascino andare liberi migliaia di omicidi, stupratori, ladri, scippatori, corrotti e corruttori e via dicendo.
Per di più, in Senato la maggioranza non ha problemi di numero -163 sì, 130 no, 2 astenuti- quindi la scelta di votare un maxiemendamento, ossia un voto unico su più articoli accorpati, sembra un po' un modo di fuggire dalla discussione parlamentare, tant'è vero che un senatore del PDL, Enrico Musso, ha votato contro.
Basterebbe, lo dico col cuore in mano, che il premier si facesse processare in Tribunale, come qualsiasi altro cittadino. Se è sicuro, come mi auguro, della sua innocenza, lo dimostri nelle sedi appropriate, non a Porta a Porta.
Si metta il cuore in pace, i giudici il loro lavoro lo sanno fare.
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