giovedì 28 gennaio 2010

Il debito pubblico con Craxi schizzò alle stelle

Torno oggi su una questione che mi interessa non poco: la riabilitazione mediatica della figura di Bettino Craxi, che morì latitante in Tunisia. 
Ma per parlare di Bettino Craxi coloro i quali ora lo rivalutano dovrebbero conoscere un dettaglio non da poco: durante il suo governo le finanze pubbliche andarono allo sfascio: il mancato controllo sulle spese statali e l'inserimento degli uomini del Psi nel sistema di potere delle aziende di Stato, già occupate dai democristiani, fecero lievitare il deficit di bilancio in modo sproporzionato. La risposta del governo, cioè emettere moltissimi titoli di Stato svalutati, peggiorò soltanto la situazione: il debito andò a crescere, con conseguente crescita degli interessi annuali da pagare. Risultato: con lui il debito pubblico salì dal 60 al 120 % del PIL, da poco più di 200 a oltre 500 miliardi di euro (del valore del 2006).
Quindi, se oggi ci ritroviamo con bilanci legati a spese folli per pagare gli interessi e andare a intaccare il debito, se non siamo in grado di fare una politica economica di lungo respiro, che punti sulle energie dei giovani, è in gran parte colpa di chi in cinque anni di governo ha permesso tutto questo. E questa persona è proprio Bettino Craxi, il fuggitivo di Hammamet.

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